3. DAL CALVARIO A CALCUTTA

Maria e Giuseppe. Dio amò tanto la Vergine Maria da donarle il suo Figlio unigenito. L’Immacolata Vergine Maria lo ricevette prima nel suo cuore e poi nel suo grembo (cfr. Lumen Gentium, 53). Dal momento in cui Maria accolse la parola del Padre eterno nel suo grembo verginale, lo amò più d’ogni altra persona, più d’ogni cosa e più di se stessa. Ma l’amore che sentiva per Gesù non era completo. Con Gesù andò in fretta a donarlo alla cugina Elisabetta e agli altri. D’allora la sua vita divenne inseparabile dalla vita di Gesù, e viceversa. Si può affermare che la Vergine di Nazareth, scelta dal Padre eterno per essere la Madre di Dio e la Madre del Redentore, visse e operò per Gesù, il suo diletto Figlio.

Dall’Annunciazione che, come soleva dire S. Teresa di Calcutta, fu per Maria il giorno della sua prima Comunione, Maria divenne il tabernacolo del Signore. Per nove mesi il Figlio di Dio, il Creatore dell’universo, il Redentore dell’uomo, dimorò in lei, crebbe in lei e respirò in lei. I loro cuori battevano all’unisono. Gesù andava dove andava Maria, dormiva dove lei dormiva, e Maria lo nutriva con il suo stesso sangue. Nessuna altra persona ebbe una vicinanza fisica e un intimità spirituale più grande di quella che Maria ebbe con Gesù. La loro relazione, specialmente l’intimità spirituale, non soltanto durò trentatre anni, ma si rafforzò e si approfondì con gli anni, vivendo ed operando insieme per la salvezza del mondo, anche quando la loro missione terrena ebbe termine.

La persona scelta da Dio per condividere la vicinanza fisica e l’intimità spirituale fu S. Giuseppe. Fu a S. Giuseppe che il Padre eterno affidò la cura e la protezione di Gesù e di Maria. Queste furono le tre persone più straordinarie che siano mai vissute sulla terra. In tutte e tre non c’era altro desiderio che fare la volontà di Dio Padre, non c’era altro che amore e servizio. Non c’era altra ambizione che quella di dare e di condividere, non c’era altra fame e sete che quella di conoscere Dio, di amarlo pazzamente e di servirlo con tutto il cuore, di insegnare ad obbedire ai suoi comandamenti, di portare le anime a Dio e Dio alle anime.

Erano persone di profonda convinzione e le loro convinzioni si rafforzarono e si approfondirono vivendo insieme. L’intimità con Gesù rese Maria e Giuseppe ancora più convinti dell’importanza della loro vocazione e missione. La loro vocazione e missione non si limitarono al breve periodo della loro vita in questo mondo di sofferenza, di prove e dolori, ma divennero ancora più potenti, efficaci e straordinari dopo il loro ritorno alla casa del Padre. La loro missione d’amore divenne un’estensione del piano d’amore del Padre per l’umanità. Il Padre eterno, che ama il mondo più di quanto una madre ami il suo bambino (cfr. Is 49,15), non solo rivela attraverso di loro il suo piano di salvezza, ma fa in modo che attraverso di loro si realizzi fino alla fine del mondo. In questo Nostra Signora è la figlia altamente favorita e privilegiata, che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo ha benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli per diventare la madre del suo Figlio unigenito.

Gli interventi della Madre di Dio per salvare le anime. Gli interventi di Maria nella storia e nella vita dell’umanità sono molti. Il suo messaggio è semplice, ma profondo e pratico. E’ evidente che Dio vuole continuare a salvare il mondo attraverso il suo cuore immacolato e materno. Le sue apparizioni e i suoi messaggi sono interpretazioni degli insegnamenti di Gesù come si trovano nel Vangelo. Così in tempi e luoghi diversi, Maria apparve ad anime pure ed innocenti per salvare attraverso di loro le anime. Così, per esempio, abbiamo Bernadette a Lourdes, Lucia, Francesco e Giacinta a Fatima, e S. Teresa M.C. a Calcutta.

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